Il 4 Novembre, si celebra in Italia la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, istituita nel 1919 per commemorare la vittoria italiana nella Prima guerra mondiale. La data del 4 novembre è quella dell’entrata in vigore dell’armistizio di Villa Giusti, firmato il 3 novembre 1918, e della resa dell’Impero austro-ungarico.
Benché la data ufficiale che pone fine alla Prima guerra mondiale sia quella del Trattato di Versailles (28 giugno 1919) in realtà le ostilità erano state sospese già dall’11 novembre 1918. È questa la data nella quale, alle ore 5 del mattino, in un vagone ferroviario nei boschi vicino a Compiègne in Piccardia, viene firmato un armistizio tra l’Impero tedesco e le potenze Alleate (Impero britannico, Terza Repubblica francese, Impero russo, Italia e Stati Uniti). Le ostilità cessano con una data ed un’ora definita: nell’Armistizio di Compiègne si legge infatti che termineranno all’undicesima ora dell’undicesimo giorno dell’undicesimo mese del 1918. È quindi questa la data nella quale le armi finalmente tacciono sul fronte occidentale.
La ricorrenza viene celebrata ogni anno nei paesi del Commonwealth Britannico, in Francia ed in Belgio, con il Remembrance Day, la Giornata della Rimembranza. In Canada e nel Regno Unito è “Bank Holiday”: le banche restano chiuse e le attività economiche si fermano per un giorno per ricordare la fine delle ostilità, fare memoria dei caduti di tutte le guerre, e rendere onore ai veterani. Alle ore 11 del mattino le persone si fermano per osservare due minuti di silenzio per ricordare i caduti delle due guerre mondiali.
Nelle due settimane che precedono l’11 novembre, a chi fosse capitato di vedere riprese televisive che provengono dalla Gran Bretagna (as esempio oggi il discorso del premier Johnson a Glasgow) forse ha notato che i giornalisti delle televisioni di Stato ed i personaggi pubblici, ma anche persone comuni, portano sul bavero della giacca una spilletta che riproduce un papavero rosso con il centro nero.
Il Remembrance day viene venne istituito da Re Giorgio V il 7 novembre 1919, ma la tradizione di utilizzare questo simbolo si deve all’opera di una signora francese, Anna Guérin. Da allora il Remembrance Day è conosciuto anche come il Poppy Day (Giorno dei Papaveri). Dal 1921 nel Regno Unito i distintivi dei papaveri sono prodotti e venduti dalla British, l’associazione dei veterani di guerra britannici, un ente di beneficenza che sostiene i reduci, i veterani e le loro famiglie. La tradizione vuole che il papavero venga apposto a sinistra, vicino al cuore.
Il papavero rosso è stato scelto come simbolo della Giornata della Rimembranza perché viene citato nella poesia “ In Flanders Fields ” (Nei campi delle Fiandre), scritta da John McCrae, medico militare e dell’esercito canadese, che prestava servizio in un centro di medicazione avanzato di Essex Farm, presso il villaggio di Boezinge.
Ho visto i papaveri rossi durante il viaggio fatto nel 2015 in Francia e Belgio su quelli che furono i campi di battaglia della Prima guerra mondiale, che ho raccontato nel mio libro “1914: Qualcosa di nuovo sul fronte occidentale” (Edizione Ares, 2020). Li ho visti nei cimiteri militari britannici, sui bordi delle ricostruite trincee del Dodesgang lungo l’argine dell’Ijzer vicino a Diksmuide, infilati tra le lastre di marmo della Menin Gate, dove sono incisi i nomi di 54.896 soldati dispersi nel saliente di Ypres i cui resti non furono mai ritrovati. Li ho trovati anche nei cimiteri militari tedeschi, dove gli inglesi talvolta si fermano per onorare i caduti dei nemici di un tempo. Le scuole inglesi organizzano viaggi della memoria per gli studenti che vengono a visitare questi luoghi. Qui, nel saliente di Ypres, tra il 1914 ed il 1918 hanno perso la vita oltre mezzo milione di inglesi ed altrettanti tedeschi. Gli studenti lasciano piccole corone di papaveri rossi della British Legion, accompagnate da brevi frasi. Quella che abbiamo visto più spesso, la stessa ricordata ogni sera alla Memorial Gate di Ypres, riporta le parole della poesia di Laurence Binyon:
"Non invecchieranno
come noi che siamo rimasti invecchiamo
L’età non li stancherà, né gli anni li condanneranno
Al calar del sole e al mattino
li ricorderemo”.
Il simbolo del papavero rosso è stato scelto perché è l’unico fiore che cresce dovunque, anche nei campi delle fiandre, dove il terreno veniva impregnato della calce viva con la quale venivano trattate le salme dei caduti per evitare epidemie. La leggenda popolare dice che in realtà i papaveri dei campi delle Fiandre in origine fossero bianchi, e divennero rossi per il troppo sangue versato. La storia del papavero rosso nella tradizione militare sembra però arrivare da molto più lontano nel tempo. Benché il più esteso impero della storia sia stato quello britannico molti secoli prima un condottiero mongolo, Gengis Kahn, aveva conquistato un impero quasi altrettanto ampio. Si narra che egli portasse sempre con sé dei semi di papavero che spargeva sui campi di battaglia dopo le sue vittorie. I papaveri fiorivano ogni anno, macchiando di nuovo di rosso i campi che erano stati teatro di battaglie, onorando così caduti, sia gli amici che gli avversari. Portare oggi un papavero rosso nei giorni precedenti questa ricorrenza è anch’esso un modo per ricordarli ed onorarli.