Alcuni reportage del giornalista:
Il “pollice” delle forze speciali
Scritto da: Davide Frattini alle 18:41
Tags: 101st forze speciali senjaray
Nella camerata, a notte fonda, e’ arrivato un soldato delle forze speciali, con l’aria da Sean Connery in “Il presidio”, quando in un bar dice al tizio che lo vuole aggredire: “Ora, tu sei sicuro di voler lottare contro di me? Perché io userò solo il mio pollice. Il mio pollice destro; il sinistro è molto più forte di te”. Il nuovo ospite sembra poter usare il mignolo del piede.
Sha Mansur chi?
Scritto da: Davide Frattini alle 09:01
Tags: senjaray 101st kandak
Dialogo (via interprete) tra il sergente maggiore Bobadilla (SMB) e un soldato afghano (SA), Camp Senjaray:
SMB: Ho bisogno di parlare con il tuo sergente maggiore, Sha Mansur
SA: Non so chi sia
SMB: Prima di partire per Kandahar, il capitano della compagnia mi ha detto che e’ il vostro sergente maggiore. Quello alto
SA: Non e’ lui
SMB: E’ il mio pari grado, ho bisogno di sapere chi sia
SA: Chiedi al comandante del Kandak (battaglione in pashtun, ndr)
SMB: Non disturbo il comandante per una cosa del genere
SA: Chiedigli chi e’ il sergente maggiore
SMB: Per me puo’ essere chiunque, non decido io, ma ho bisogno di un nome
SA: Sono io il sergente maggiore
Il grande Lebowski
Scritto da: Davide Frattini alle 03:15
Tags: senjaray lebowski 101st vietnam
Serata “Grande Lebowski” a Camp Senjaray, nella “sala cinema”, schermo piatto da 42 pollici attaccato ai generatori. Pochi soldati l’avevano gia’ visto, troppo giovani o troppo lontani dalla divisa accappattoio, sandali, mutandoni e maglietta del Drugo. Eppure il Vietnam e’ la guerra di cui qui tutti parlano. Come il reduce Walter Sobchak (John Goodman) non puo’ smettere di parlarne. Due citazioni: “Chi abbiamo adesso di fronte? Una banda di beduini con un asciugamano in testa che cerca di capire dov’è la marcia indietro nei carri russi”. “Questo non è il Vietnam, è il bowling: ci sono delle regole”
Delle armi…
Scritto da: Davide Frattini alle 14:51
Tags: 101st zhari m4
Uno studio dell’esercito americano ha espresso dubbi sull’M-4 come arma migliore per i combattimenti in Afghanistan. Il fucile mitragliatore spara proiettili calibro 5.56 mm che perdono efficacia oltre i trecento metri: non sono piu’ mortali. Gli Ak-47, i kalashnikov, usati dagli insorti colpiscono fino a cinquecento metri, sono duraturi, possono finire nell’acqua, nel fango o nella sabbia e continuano a funzionare. I comandanti Nato si aspettavano combattimenti casa per casa, come in Iraq dove l’M4 ha funzionato nelle battaglie a Ramadi o Fallujah. Nella foresta del distretto di Zhari, gli scontri sono a distanza, da un vigneto all’altro, e i talebani stanno utilizzando per la prima volta i cecchini.
Lungo la valle del fiume Arghandab - vigneti e canali d’acqua che i soldati sovietici avevano ribattezzato “l’inferno verde” - un altro esercito si gioca le sorti della guerra. La battaglia per Kandahar parte dalle campagne attorno alla capitale dei talebani. La strategia del presidente Barack Obama per l’Afghanistan passa da qui.
Per due settimane, Davide Frattini è embedded con i soldati della 101a Divisione, in pattuglia con le Aquile urlanti. Questo è il diario (anche video) dagli avamposti in quel territorio che gli americani non riescono ancora a controllare.
Potete trovare i reportage sulla pagina del Corriere della Sera QUI