Ci sono arrivato per caso tornando da siena e sbagliando strada per imboccare l’autostrada a Firenze.
Vi posto qualche foto.
All’ingresso del cimitero militare tedesco di La Cambe in Normandia è incisa una frase di Albert Schweitzer: I cimiteri di guerra sono il migliore monito per la pace"
Come commento alle foto aggiungo alcune righe scritte da Don Carlo Gnocchi (cappellano degli Alpini in Grecia e in Russia) durante una sua visita ai cimiteri di guerra in Grecia
La guerra è passata proprio di qui. Violenta, spietata, eversiva di tutto. La terra, le piante e gli animali non hanno ancora potuto riprendersi dal loro muto terrore, e dinanzi a questa comune tragedia dell’uomo. e delle cose nella guerra, vien fatto di pensare alla coralità unanime del tutto e alla ferrea corresponsabilità che lega la realtà creata in un solo identico destino. (…) Ma basta affacciarsi al recinto di un cimiterino di guerra, perché l’onda e il tormento dei ricordi si plachi d’improvviso, come in una rada di silenzio e di pace. (…) Così, approdando dall’alto e discorde tumulto delle cose a queste isole di pace, si abbassa istintivamente la voce, ci si scopre e si avanza in punta di piedi. Non tanto come quando si entra in Chiesa, ma come quando qualcuno dorme in una stanza e si teme di svegliarlo. Questi nostri morti dormono sotto la terra appena smossa che la pietà semplice dei compagni ha ornato di un segno di religione e di una parola d’affetto; riposano in pace. A tendere l’orecchio, forse li sentiresti respirare ancora regolarmente. Poche volte, come in questo giro di ricognizione sui campi di battaglia del fronte greco, ho sentito con tanta evidenza che la morte dell’uomo è un sonno sereno in attesa del vicino risveglio. (…) Quanti ne ho scoperti in questi giorni, di sotto la breve coltre del terriccio, per la ricognizione, prima che scendessero lentamente, per meglio riposare, nelle fosse dei cimiterini; allineati coi loro compagni, come quando, dopo la marcia estenuante, si stendevano a sera nella vasta camerata della caserma, uno accanto all’altro, stanchi, giovani e vivi! Ma l’antenna che diffonde e amplifica tanta pace e così virile certezza è la Croce! La grande Croce solitaria dalle braccia immense che si alza al centro di ogni cimitero di guerra e riempie della sua maestà anche il paesaggio circostante.
“Ritorneranno” è scritto sotto l’alta Croce centrale del cimitero di Berat e la forza lapidaria di quell’affermazione è veramente soggiogante. Dai cento cimiterini di guerra, frontiera spirituale della
Patria, i nostri morti ritorneranno. Ora riposano in pace. Lasciamoli dormire, perché hanno tanto faticato.
Il primo pacifista è il soldato, che deve combattere una guerra generata dai politici e dove la prima vittima è la verità!
Di seguito vengono i civili, vittime innocenti (+/-) di tutte le guerre…
Sapevo delle vittime civili nella WW II , ma leggendo i libri di Antony Beevor e soprattutto “La seconda guerra mondiale”, “Stalingrado” e “Berlino 1945. La caduta” ci si rende conto che in particolar modo, in guerra la morte e la vita sono dovute solo alla barbarie degli uomini e al caso.
E per i civili solo fosse comuni…