L’altra sera Giampaolo Schievano e’ volato per cieli piu’ alti. E’ stato mio ufficiale di inquadramento in Accademia e con altri del suo Corso (Rostro) ha contribuito alla formazione dei futuri piloti del Corso Aquila III.
Riporto di seguito alcuni suoi appunti
G-91 PAN… CHE BEO!
Lasciata la natia Vicenza, nel 1956 inizio la mia carriera in Aeronautica Militare come allievo del Corso Rostro dell’Accademia Aeronautica. Nel 1960, completato l’iter addestrativo su M-416, T-6 e T-33, il sogno giovanile diventa realtà e vengo assegnato al 155 Gruppo “Pantere” della mitica 6^ Aerobrigata di Ghedi. Volo per circa tre anni su quel gran ”cavallo da guerra” che era l’F-84F Thunderstreak “mordendo l’ala” a piloti del calibro di Cumin, Squarcina, Ceoletta, Vanorio.
A parte l’efficacia operativa ripetutamente dimostrata dal Reparto nel Ruolo cacciabombardiere, alla Sesta l’acrobazia collettiva era di casa; i “Diavoli Rossi” sono stati una delle migliori formazioni acrobatiche nella storia dell’acrobazia collettiva mondiale. Praticamente, al termine di ogni missione operativa si effettuavano sessioni acrobatiche. Insomma, furono anni fantastici vissuti intensamente, sia in volo che a terra; l’84F era una gran macchina sia nell’impiego operativo che nell’impiego acrobatico.
Alla fine del 1962, mio malgrado, assieme a due miei famosi compagni del Corso Rostro, vengo inviato all’Accademia Aeronautica in qualità di Ufficiale d’inquadramento del Corso Aquila III. In quel periodo riesco a svolgere una discreta attività di volo coll’MB-326 alla SVBIA di Lecce, volando spesso coll’amico Riccardo Peracchi. L’indimenticabile Riccardo volava il suo incredibile programma di presentazione del Macchino con un’armonia di movimento dei comandi da virtuoso musicista. Io lo seguivo con mani e piedi sui comandi e non ho mai più visto nessuno muoverli con tanta maestria.
Nell’autunno 1963 arriva la chiamata tanto attesa: il 313 Gruppo AA di Rivolto, le neo costituite “Frecce Tricolori”, il cui leader era Vittorio Cumin, grande Pilota e Comandante. Arrivato a Rivolto, inizio l’addestramento con l’F-86E (Canadair SABRE Mk4). Rispetto all’’84F richiede più attenzione nel pilotaggio: in decollo lo devi ruotare alla velocità giusta se no rischi di finire in secondo regime, in volo non puoi “stringere” come con l’84F se no rischi il “G stallo”, nei passaggi ad alta velocità tende a “delfinare”, comportamento deleterio sopra tutto nell’incrocio dopo la “bomba”. Al delfinamento ad alta velocità si ovviava col “metodo Nencha”, cioè trimmando a picchiare durante la fase di discesa del rientro dalla bomba; tale metodo era stato escogitato dal Com.te Andrea Nencha, leader del team dei “Lanceri Neri” della 2^ Aerobrigata, nostri predecessori quale team acrobatico AM negli anni 1957 e 1960. Comunque, il Sabre era complessivamente un ottimo aeroplano.
Il 28 dicembre 1963, assisto all’arrivo dei primi due FIAT G-91 PAN assegnati al 313°. Atterrano a Rivolto provenienti da Torino Caselle, pilotati dai Com.ti Di Lollo e Cumin. Il G-91 PAN è una vera meraviglia: piccolo, compatto, con quella colorazione blu scuro che mette in risalto le decorazioni tricolori… non posso non pensare tra me e me “che beo! El xe proprio beo e i aerei bei i voea anca ben!”. Nei primi mesi del ’64 continuo a volare col Sabre e contemporaneamente inizio la transizione sul G-91 PAN. Col 91 mi trovo subito a mio agio, ti da veramente la sensazione che le ali ti spuntino dalla schiena; sono diventato una “riserva” e spesso faccio voli d’allenamento con Di Lollo leader e Meacci gregario sinistro. A fine ’64 divento titolare, inizialmente come Pony 7 e successivamente come pony 5. Leader è adesso Danilo Franzoi. Mi addestro anche come riserva Pony 1. Rimango in Pattuglia fino al 1969. Fra i moltissimi aneddoti e ricordi che affiorano alla mia mente, ricordo il tonneau più lento mai visto fare col 91, ad opera di quel gran “manico” di Renato Ferrazzutti ed un suo passaggio rovescio risolto in modo molto “brillante”. Il 91 aveva la tendenza a nettere giù ol muso in volo rovescio e se non avevi una velocità adeguata, pur dando tutta la barra a picchiare, lui continuava a scendere di muso Per il resto, il comportamento in volo era entusiasmante, con un buon rapporto di peso- potenza e un incredibile rateo di rollio. Col G-91 PAN non ho mai avuto grossi problemi tecnici: ricordo un paio di avarie elettriche, una al generatore e l’altra alla batteria, di cui la seconda in volo notturno, risolte comunque positivamente, e un’altra idraulica durante l’esecuzione del doppio tonneau che è stata un po’ più “da naso”, ma risolta anch’essa bene.
Dal ’69 all’inizio ’72 vengo assegnato al 2° Stormo di Treviso S.Angelo, dove ho volato sia nei ranghi del 14° Gruppo che del 103°. A Treviso ho volato sia sull’R che sul T. Nel 1971 il Comando di Stormo mi nomina “team leader” incaricato dell’addestramento del gruppo di piloti che dovrà partecipare alla competizione NATO BEST HIT che si terrà in Turchia sulla base di Eskisehir dal 7 al 15 luglio ’71. Durante l’addestramento per questa importante competizione volo spesso come istruttore sul G-91T che abbiamo in “prestito” da Amendola, in missioni di navigazione e tiri con armamento reale sul poligono di Maniago. A Eskisehir andiamo con 6 G-91R e un c.-119G di supporto. Alla competizione partecipano i teams Usa su A-7, turco su F-100, greco su F-5 e noi col Gigetto. Arrivano primi i Turchi e noi secondi. Visti i mezzi in competizione, si tratta di un risultato eccezionale di cui vado molto fiero.
Nel 1972, come molti altri Piloti Militari, non resisto alla malia dell’Alitalia, mi congedo col grado di Maggiore e divento Pilota di linea. A fine anni ’80 torno al volo acrobatico con un “puledro di razza”, il SIAI SF-260, in qualità di capo-istruttore SF-260 presso la Scuola Alitalia di Alghero. Altro periodo molto interessante, volando con un aereo che per molti versi mi ricordava il 91…
Ma il 91 era il 91, e il 91 era la PAN…. Vedremo cosa saprà fare l’M-345!
Giampaolo Schievano, PONY 5