Quant’è vero. Difficilmente si torna indietro.
Questo lo scoprì sulla salita di Monte S. Maria nel circuito altomontano dell’Etna, 43Km di anello sterrato che parte poco sotto l’hotel e finisce sul lato nord.
Sfinito, col sedere a pezzi, dolorante e irritato, senza più energie e con i polmoni zeppi di polvere iniziai laripidissima salita.
Persa l’inerzia scesi dalla bici ed iniziai a spigere a mano. Spingevo, frenavo, mi tiravo, lasciavo i freni e anche così avevo già da tempo esaurito le energie.
A metà della salita, come Fantozzi, iniziai ad avere pensieri mistici, pensai al Calvario di Gesù (non scherzo!), al trasportare la croce tra sassi, sputi e frustate, pensai al dolore, all’assenza di speranza, alla voglia di gettare la bici a terra e mollare. Infatti mi accasciai ruzzolando con la bici e dovetti riprender fiato cinque minuti, neanche a piedi potei più proseguire.
Quando riuscì a rimettermi in sella e ad arrivare al rifugio dove ci saremmo riposati passarono dieci minuti di coma prima di aprire lo zaino.
Tirar fuori il panino e scartarlo sembrò un’impresa ma il passo più difficile avvenne un attimo dopo: non riuscivo a morderlo. Non riuscivo a masticarlo. Ero quasi alle lacrime, lo strisciavo sulle labbra e oltre la fatica di dover tenere sollevato corpo e braccia lui era lì che mi guardava dicendomi “io lo so che tu mi vuoi ma non mi avrai!”.
Mountain-bike?
'NTO CULU, CAZZU CAZZU IU IU!!!
McOrion